Origine del Terz’Ordine francescano
Il grande Tau di Cannara indica il luogo della predica agli uccelli e anche l’istituzione dell’Ordine Francescano Secolare da parte di S. Francesco di Assisi ( foto L. Pastorelli, contributo Mario Scaloni)
La scritta che si trova in Porziuncola, XVI secolo, sotto l’affresco della predica a Cannara
Francesco d’Assisi è considerato uno dei più grandi riformatori della Chiesa e anche la sua influenza sociale è notevole se consideriamo che viene indicato come l’uomo, che più di tutti, ha segnato il secondo millennio trascorso. Una vita breve la sua, tardiva la conversione , muore a 45 anni; ma già poteva contare su cinquemila frati nel famoso capitolo delle Stuoie del 1217, davanti alla Porziuncola di S. Maria degli Angeli, ad Assisi. Francesco, dopo la sua conversione, opera in concreto e fa di Cristo il centro della sua esistenza : “…dello stesso altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente in questo mondo..” ( Testamento). Pur vivendo in un periodo minacciato da eretici ed eresie egli quasi mai li cita e pur essendoci contrasti all’interno della Chiesa egli pone la più cieca fiducia nel Papa e in tutti i suoi rappresentanti( chiama i sacerdoti suoi signori a cui vuole ubbidire). Un rivoluzionario positivo si direbbe oggi con una radicalità netta. Abbraccia i lebbrosi e mangia con loro, rinuncia alla ricchezza non solo per comando evangelico ed essere perciò libero nello spirito, ma anche per amare Cristo povero e sofferente nei poveri e nei malati. Egli “sposerà” per amore, Madonna povertà e farà dell’ubbidienza il cardine della sua missione; ubbidire ai superiori è compiere la volontà di Dio. Tutto questo senza un progetto iniziale; egli stesso è travolto dai medesimi avvenimenti che ha suscitato , o meglio e più giustamente, che la Provvidenza Divina ha operato per mezzo di lui. Egli fu un laico e tale volle rimanere per umiltà, pur essendo sufficientemente colto. Colto al punto di conoscere una seconda lingua ( il francese grazie alla madre e ai suoi viaggi in Francia ) di scrivere più di una regola e diverse ammonizioni e preghiere. Capace anche di predicare davanti al Papa , di richiamare il dotto S. Antonio e di conoscere in profondità la Sacra Scrittura, come i suoi scritti dimostrano e come egli stesso confessò ad un frate che lo invitava a leggere la Scrittura per avere consolazioni spirituali in un momento di forte infermità: “ E’ bene leggere le testimonianze della Scrittura, ed è bene cercare in esse il signore nostro Dio. Ma per quanto mi riguarda, mi sono già preso tanto dalle Scritture, da essere più che sufficiente alla mia meditazione e riflessione. Non ho bisogno di più. Figlio: conosco Cristo povero e Crocifisso” ( Cel. 2 FF 692 ). A tutti coloro che infiammati dalla sua predicazione ricorrevano a lui diede una norma di vita, una Regola ai Frati Minori, alle Clarisse di Chiara ( anche se in concreto sarà Chiara a farsi approvare una regola per le sue consorelle adattandola su quella di Francesco) e ai laici Penitenti (Terziari e oggi definiti Secolari); sono i tre Ordini che S. Francesco e i suoi frati hanno suscitato agli inizi della sua conversione e tutt’ora esistono e vigoreggiano nel mondo e per ripetere il Celano:“ Artista e maestro di vita evangelica veramente glorioso… a tutti dava una regola di vita e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione” ( 1 Cel. 37 ). Si è tanto discusso sulla cronologia dell’istituzione dei tre Ordini Francescani e se per le povere Dame di S. Damiano di Chiara è piuttosto facile indicarne la cronologia perché coincide con la sua fuga da casa di lei e l’accoglienza alla Porziuncola il giorno delle Palme del 1211, resta più incerto fissare la data per gli altri due Ordini. E, in un certo senso, questa definizione sarà difficile chiarirla con esattezza temporale, perché all’inizio il movimento era soprattutto laicale ( Storia d’Italia, Einaudi, v. II ) e quando appena riunì undici compagni Francesco partì nel 1209, dall’umile ricovero di Rivotorto, per Roma a chiedere al Papa una regola per i suoi fratelli o“ frati”. Papa Innocenzo III all’inizio dette solo un assenso verbale, ma ciò fu sufficiente per l’entusiasta Francesco che chiedeva solo di vivere la penitenza e annunciare il Vangelo con la vita e la parola. Qualcosa di simile era già avvenuto, alcuni anni prima, nel 1201 con gli Umiliati di Milano. Questo suo iniziale smarrimento lo rivela egli stesso nel suo Testamento:“ E dopo che il Signore mi dette dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità e il signor Papa me la confermò”. Lo scritto poi continua : “ Noi chierici dicevamo l’ufficio, conforme agli altri chierici; i laici dicevano i Pater noster; e assai volentieri ci fermavamo nelle chiese”. Questo accenno esplicito ai laici potrebbe far pensare che già fin dall’inizio Francesco avesse dei frati saltuari che spesso venivano a trovarlo e si univano con lui in preghiera e poi ritornavano alle loro normali occupazioni. La cronologia delle Fonti francescane dà infatti come possibile data di inizio del Terz’Ordine il 1209, l’anno in cui Francesco, appena all’inizio della sua esperienza di conversione, si recò a Roma a presentare la sua breve regola e ne ebbe l’approvazione verbale. Ciò però sembra contrastare con la richiesta diretta dei Cannaresi di indicargli una regola anche per loro come pure la risposta di Francesco : “ non abbiate fretta e non vi partite, ed io ordinerò quello che voi dobbiate fare per la salute delle anime vostre”. E allora pensò di fare il Terz’Ordine per universale salute di tutti.( FF 1846 ) . Alcuni propendono di datare tale avvenimento nel 1212. Se dovessimo fare un confronto di attendibilità e forza fra i due scritti non ci sarebbero dubbi, considerando che il testamento del 1226 è autentico di Francesco e risulta ampio e meditato e il secondo Testamento di Siena diventa solo una sintesi estrema prima della sua morte. I Fioretti invece sono più tardivi di circa un secolo e perciò già lontani dai testimoni diretti anche se potrebbero avere il vantaggio teorico di raccogliere più notizie. Nasce anche una domanda: perché Francesco si definisce chierico? Probabilmente fa un riferimento preciso alla tonsura o “ chierica “ che già fin dall’inizio il Papa Innocenzo III gli aveva concesso ( Aggiunta Posteriore alla Leggenda Maggiore FF 1063).E’ vero però che Francesco avesse già fin dall’inizio frati sacerdoti ( frate Silvestro – 2 Cel. FF 696 e “Leg. Tre Comp. FF 1433) e che il Cardinale di S. Paolo ottenne per il poverello di Assisi e gli undici la tonsura, come si legge nella leggenda dei tre Compagni ( FF 1460, 1461) , appunto perché fossero aggregati al clero- ed è possibile che il Vescovo d’Assisi Colonna , che lo aveva preso in tutela – per rendere più facile la predicazione di Francesco e dei suoi frati nelle chiese gli avesse affidato un sacerdote a vigilare e a sostenere il gruppo. Da qui la premura costante di Francesco di affidare un assistente del primo ordine alle clarisse di Chiara e ai laici secolari. Non è improbabile che per facilitare il compito lo stesso vescovo lo abbia ordinato anche diacono. Scrive infatti il Celano nella sua vita prima a proposito del Natale di Greccio: “ Francesco è rivestito dei paramenti diaconali, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo…( FF 470). La tonsura fu comunque un atto di totale abbandono alla Chiesa e un dichiarato distacco dai legami dal mondo, insomma Francesco e i suoi undici frati dovevano vivere senza troppi stretti legami con le famiglie e considerarsi chierici a tutti gli effetti. Se poi consideriamo che già fin dall’inizio e ancora prima della conferma della regola il poverello d’Assisi aveva già inviato i suoi pochi frati in missioni di predicazione ( nella primavera del 1208 ad Ancona va lui con Egidio e gli altri due in direzione opposta, in autunno delle stesso anno parte per un’altra missione nella valle reatina), è quindi una conferma di uno stato di vita clericale. Un esplicito riferimento ai laici è contenuto nel capitolo XXXIII della Regola Non Bollata del 1221 quando dice: “ E tutti coloro che vogliono servire il Signore Iddio nella santa Chiesa cattolica e apostolica, e tutti i seguenti ordini: sacerdoti, diaconi, suddiaconi….re, i principi, i lavoratori e i contadini, i servi e i padroni…i laici , uomini e donne…”. E un altro accenno si trova ancora nel medesimo scritto al capitolo VII. Ora c’è da dire che il prologo di questa regola viene individuata come la parte sostanziale della protoregola del 1209 presentata al papa Innocenzo III. Questo per sostenere come all’inizio Francesco includeva tutti nel suo progetto penitenziale. Penitenza che voleva dire, vivere secondo la norma del santo Vangelo. Ed è questo che emerge dalla lettera dei quattro Ministri Generali dei frati Minori e dalla Ministra Internazionale OFS e dalla Presidenza dell’OFS a proposito della ricorrenza degli otto secoli di francescanesimo nella chiesa e nel mondo ( Comunità Francescana ,Roma ,29 novembre 2006). Ecco perché esistono già documenti comprovanti riunioni di laici francescani già nel 1211 ( Lino Temperini, Assisi 2007). La stessa “Lettera a tutti i fedeli” che viene unanimemente considerata la prima Regola che Francesco scrisse espressamente per i laici, tant’è che la Chiesa inserisce tale documento nella Regola dell’OFS, è una lettera scritta per tutti e non solo per i Terziari. Nella seconda Lettera ai fedeli infatti Francesco oltre a riferirsi ai laici e ai chierici, alle donne come agli uomini , decisamente continua .. “a tutti gli abitanti del mondo intero”. Per Francesco la regola era sostanzialmente sempre la stessa e per qualsiasi fedele : vivere il santo Vangelo. Ma così come per i frati che aumentavano di numero nacque il bisogno di dare una regola più precisa , lo stesso fu con i laici che sempre con più forza chiedevano, in concreto, secondo quali regole potessero seguirlo. Scrivere, a quell’epoca, non era un fatto semplice e scontato come lo è oggi. Non tutti sapevano scrivere , anzi la stragrande maggioranza delle persone non sapeva né leggere né scrivere. Solitamente erano i nobili e i ricchi che avevano tale privilegio oltre al clero. Esistevano nei comuni i banditori che invitavano gli abitanti all’ascolto della lettura di qualche ordinanza o di comunicazioni da parte del Podestà o dell’autorità. Se Francesco scrive una regola per i laici lo fa perciò a posteriore, quando ormai essi sono numerosi e necessitano di una più articolata organizzazione. Ma egli nella sua “lettera ai fedeli” dà solo un’ indirizzo spirituale e non parla di fraternità locali. Sarà poi la Chiesa, nel 1221 con il “Memoriale propositi” a dare una veste più completa all’indirizzo di Francesco. Il Memoriale è stato scritto per persone “viventi nelle proprie case” e “che fanno parte di … fraternità”. Faceva la distinzione tra “questa fraternità” e “una religione” . Vuol dire che in quel tempo i membri non erano considerati veri e propri religiosi. Tale documento pur non parlando esplicitamente dell’unità spirituale, ha indicato il modo di agire “in caso di discordia … per ristabilire la pace”.
Perché nasce il terz’Ordine? Perché Francesco accoglie tutti, chierici e laici, ricchi e poveri, donne e uomini. Tutti sono chiamati alla salvezza attraverso la via della penitenza intesa come amore al vangelo. Ecco perché i patroni del Terz’Ordine sono due regnanti viventi al tempo di Francesco che si erano legati al poverello d’Assisi fin dall’inizio della sua esperienza: S. Luigi IX re di Francia e S. Elisabetta d’Ungheria. Due nobili giovani regnanti ricchi soprattutto di opere di misericordia e di atti concreti verso gli ultimi. Ed ecco perché la nascita del Terz’Ordine deve essere gioco-forza vicina alla conversione di Francesco. Quasi tutte le biografie di S. Francesco riportano l’esistenza dei laici francescani fin dalle origini del francescanesimo, l’unico riferimento più preciso lo fanno I Fioretti quando riportano la predica ai Cannaresi , dopo che Francesco fece tacere le rondini . ” E così lasciandoli molto consolati e ben disposti a penitenza si partì quindi e venne tra Cannaio e Bevagno.” ( FF 1846). Alcuni datano tale avvenimento intorno al 1212 cioè poco dopo la fuga di Chiara e l’inizio del secondo Ordine, quello delle Clarisse. Terz’Ordine perciò perché concludeva il ciclo degli Ordini di Francesco dopo i primi due. C’è però un dato importante da ricordare: la prima lettera ai fedeli, che la Chiesa pone come prologo alla regola rinnovata dal pontefice S. Paolo VI dei francescani secolari, è stata accuratamente studiata e confrontata con altri testi dell’epoca e si è perciò potuto datarla al 1215. L’avvenimento di Cannara ben si inquadra ad essere datato qualche anno prima con la richiesta dei cannaresi per una loro regola e cioè proprio nel 1212. Anzi, nell’estate o nella primavera avanzata del 1212 visto che le rondini erano in piena attività.
Nel 1289 il primo papa francescano Niccolò IV vuole conferire un volto definitivo al Terzo Ordine di San Francesco riproponendo in forma più giuridica la Regola del 1221 (Memoriale propositi) e approvando esplicitamente il movimento francescano della penitenza, già lodato da altri Papi. I Penitenti Francescani che rimangono nelle loro case (sposandosi oppure no) e attendono ad una professione costituiscono il «Terzo Ordine Francescano Secolare» (TOF), dal 1978 detto “Ordine Francesco Secolare” (OFS). Però l’autonomia dei terziari fu cancellata definitivamente nel 1471, quando Sisto IV li sottomise alla direzione dei frati minori, iniziando così l’ obbedienzialità. Dal 1725 al 1729, Papa Benedetto XIII ha dovuto emanare, all’epoca, ben quattro diverse Costituzioni dei terziari francescani, una per ciascuna delle obbedienze religiose.
Il Terzo Ordine Regolare (TOR)
“In parallelo, si sviluppa anche un fenomeno particolare, che non ci deve sfuggire. Dai tempi di San Francesco in poi, alcuni Terziari – uomini e donne – manifestano il desiderio di un impegno maggiore verso la perfezione cristiana e cominciano a vivere in comunità, professando gradualmente i consigli evangelici.
Alcuni prediligono la vita contemplativa e scelgono la solitudine negli eremitaggi o nella reclusione volontaria, lontana da distrazioni terrene e tutta incentrata nei misteri di Dio.
Molti attendono alle opere di misericordia in ospedali per malati e anziani, oppure in ospizi per pellegrini e per itineranti, o infine gestiscono centri di accoglienza per ragazze trovatelle e per l’educazione della gioventù.
Presto cominceranno altri servizi pastorali: l’apostolato parrocchiale, la predicazione, l’insegnamento, le pubblicazioni scientifiche e religiose. Più tardi prenderà vita l’impegno missionario, sviluppato con lodevole successo nel passato e in tempi recenti.
Le fraternità di Terziari “regolari”, sorte in modo spontaneo, aumentano in numero e diffusione soprattutto nel corso del Trecento e presto cominciano a federarsi, sia per maggiore efficienza sia per meglio difendersi contro le numerose difficoltà.
L’orientamento alla vita comunitaria si esprime, nel corso dei secoli, in numerose Congregazioni autonome di frati e di suore. Nel 1295, 11 luglio, il papa Bonifacio VIII promulga la bolla “Cupientes cultum” con la quale concede ai Terziari Regolari, «presenti in numerosi insediamenti in diverse parti, di avere propri luoghi di culto». Approva quindi formalmente lo stile di vita comunitaria e l’attività pastorale esercitata dai Terziari, frati e suore” ( Lino Temperini, TOR, Assisi ).
Orazio Laudani – OFS Conegliano